Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
lunedì 19 ottobre 2009 |
Sul sito della Lega Pro è già da qualche giorno disponibile per la consultazione un documento promozionale della tessera del tifoso, unitamente al modulo ufficiale per farne richiesta.
In tale documento vengono illustrate le motivazioni per cui un tifoso dovrebbe senza indugio entrarne in possesso e bastano poche righe per rendersi subito conto della natura truffaldina di quello che viene spacciato per "strumento innovativo".
In tutti questi mesi politici e benpensanti vari hanno dato aria alla bocca sostenendo un progetto, a loro detta, nato e concepito per arginare il fenomeno della violenza negli stadi. A quanto pare, però, sono finiti per dare vita in primis a una enorme manovra di marketing su scala nazionale, che ha ben poco a che vedere con i sani valori dello sport di cui si fanno affannosamente promotori.
Ci risulta, invece, che costoro promuovano esclusivamente gli insani valori del profitto e della speculazione, tant'è che la neonata tessera del tifoso altro non è che una carta VISA con codice IBAN associato, che potrà essere personalizzata dagli uffici commerciali delle varie società sportive in accordo con i relativi partner. Chiunque vorrà entrare in uno stadio dovrà obbligatoriamente stipulare un contratto che gli propina una carta di credito, con tanto di sponsor e elenco dei servizi disponibili ad essa associati, per poter spendere meglio e possibilmente di più.
Non vogliamo neanche pensare a quanto ammontino le stime di guadagno per le imprese coinvolte in questa torpida trovata, ci basta sapere che dietro a tutto ciò si nasconde la volontà di distruggere le curve italiane e impedire a una larga fetta di tifosi di seguire la propria squadra con il calore e la passione di sempre. Infatti, nel modulo di adesione, campeggia la sezione "Autocertificazione DASPO", dove il richiedente dovrebbe dichiarare ai sensi di legge di non essere stato destinatario di diffida sportiva. Poco importa il quando (3, 5, 10, 20 anni fa?), il come e soprattutto se si è stati condannati o meno in sede processuale. Si tratta di superflui particolari, negli stadi italiani del futuro solo il consumatore perfetto sarà bene accetto... forse.

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