Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
martedì 25 ottobre 2011 |
Dal web...

"Prima di tutto vennero a prendere gli ultras e fui contento, perché usavano la violenza per motivi futili come una partita di calcio.

Poi vennero a prendere gli anarchici, io non dissi nulla, perchè non ero anarchico.

Poi presero gli "incappucciati", e io li aiutai mandandogli le foto, perchè durante i miei cortei si infiltravano e bruciavano le macchine.

Poi vennero a prendere i pacifisti... io ero pacifista o, almeno fino ad allora, pensavo di esserlo".

Le gravi affermazioni dei politici in questi giorni, da Di Pietro a Maroni, dovrebbero lasciare 'basiti' tutti quelli che credono nella democrazia, dai "garantisti", ma soprattutto gli "Indignati". Sì, perchè in piazza, come allo stadio, gli scazzi, i litigi per un coro, un Presidente possono capitare, sempre, per i modi, i metodi. Ma estirpare interi segmenti di stadio o far girare immagini (che poi tranquilli, bastano quelle che ha la polizia) non significa togliere il cattivo e tenere il buono, ma eliminare una parte di società, relegarla a posti 'lontani dagli occhi dei bambini',come diceva il Ministro (...) Mara Carfagna delle prostitute. Ma questa rabbia, quando non trova risposta si rigenera e si amplifica.
Di Pietro parla di legge del '75 (come se avessero funzionato visti gli anni successivi) della dimora o non-dimora in caso di cortei , ma il caso francese delle "Banlieu" o quello della rivolte inglesi partite dal quartiere del Tottenham dovrebbero far aprire gli occhi ai politici: il dissenso si affronta, con il riconoscere una crisi, trovarne delle risposte per quanto queste siano difficili, riconoscere che lo sviluppo continuo è impossibile, senza lasciare le risposte ai Marchionne della situazione che prima decide poi umilia gli operai con referendum ridicoli. Ma non è questa classe dirigente che saprà affrontare i problemi, ne sono troppo distanti.
Quando su un gionale si legge che solo un ragazzo su 3 che abbia un'età dai 18 ai 30 lavora bisogna iniziare a fare 2 conti, di quelli semplici imparati a scuola : parliamo di quasi 2 milioni di persone. Che ora vanno avanti grazie alla cassa integrazione di papà e mamma (altro milione e mezzo di persone, e magari precari anche loro e sull'orlo di un licenziamento post-mobilità) o alla pensione dei nonni (che sono quelli che pagano studi, macchine, e affitti dei nipoti).
E non ci vuole un sociologo per saperlo o vederlo basta saper fare i conti, Gelmini permettendo, visto che l'ignoranza fa comodo.
Gli "Indignati", che il futuro ci dirà se esistono realmente in Italia e con che risposte, questo non lo dimentichino.
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