Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
Sono stati sospesi dal Tar della Toscana trentasei dei quarantacinque Daspo che avevano raggiunto altrettanti tifosi della Fiorentina dopo la partita Atalanta-Fiorentina, valevole per la fase finale del campionato Primavera svoltasi a Lucca. Nell´ordinanza del Tar, secondo quanto si apprende, si spiega che non ci sarebbero riscontri sulle condotte individuali dei tifosi, ossia che non sarebbero state individuate responsabilità «personali». I 36 tifosi (gli altri 9 non avevano presentato ricorso) rappresentati davanti al Tribunale amministrativo dagli avvocati Marco Fortunati, Erik Ritzu e Simone Bonaldi, potranno quindi tornare allo stadio e assistere alle manifestazioni sportive almeno fino alla prossima udienza, già fissata per il 4 dicembre prossimo. In base a quanto era stato ricostruito dalla Digos di Lucca, il 5 giugno scorso un gruppo di tifosi viola eluse i controlli di sicurezza allo stadio Porta Elisa per assistere alla gara, «determinando una situazione di tensione e pericolo». All´interno dello stadio, durante la partita, venne esploso un grosso petardo e furono esposti striscioni non autorizzati.


Resport, 8 settembre 2011
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