Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…
“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona. …Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
mercoledì 21 settembre 2011
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I poliziotti accusati di lesioni gravissime: avrebbero picchiato un tifoso bresciano dopo una gara fra l'Hellas e la squadra lombarda. Il giovane finì in coma ed è rimasto invalido E' ripreso a Verona il processo nei confronti di otto poliziotti della "Celere" di Bologna accusati di aver picchiato nel settembre 2005 un tifoso del Brescia al termine della gara di serie B fra l'Hellas e i lombardi. Paolo Scaroni, oggi 34enne, è rimsto invalido. In corte d'Assise si è presentato anche un gruppo di ultras della Cavese che, assieme ai tifosi bresciani, ha inveito contro gli agenti a udienza conclusa.
I poliziotti del reparto "Celere" di Bologna sono accusati di lesioni gravissime, aggravate dall'uso di armi e sostanze corrosive. I fatti risalgono al 24 settembre 2005, al termine della partita del campionato di serie B tra Verona e Brescia. I tifosi delle "Rondinelle" si apprestavano a far ritorno a Brescia in treno. Nei pressi della stazione di Porta Nuova, secondo l'accusa, i celerini con calci e manganellate avrebbero colpito ripetutamente Paolo Scaroni, facendolo finire in coma. L'uomo ha riportato lesioni irreversibili.
Il presidente della Corte, Marzio Bruno Guidorizzi, nella precedente udienza aveva già accolto la richiesta di far presenziare al processo il ministro dell'Interno, rappresentato da un legale, in qualità di responsabile civile. Il processo è stato aggiornato al 23 settembre.
La Repubblica, 20 settembre
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