Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
giovedì 22 settembre 2011 |
Uno stadio senza barriere comporta proprio questo, lo spettatore può raggiungere beniamini ed ospiti solo allungando il braccio, se questi si avvicinano in prossimità del proprio posto. E lo stadio della Juventus ora si trasforma in dubbi relativi alla civiltà del tifo italiano, forse non ancora pronto per impianti del genere. Certo, è sempre opera di qualche caso isolato, ma intanto ieri un tifoso bianconero ha allungato le mani verso Marco di Vaio attaccante del Bologna.

I bianconeri di Conte sono stati fermati sull'1 a 1 da parte dei rossoblù e nelle ultime fasi del match, un giocatore di Bisoli è finito a terra, con la Juve che non ha buttato fuori la palla, come ricorda 'La Gazzetta dello Sport'. Portanova si è scaldato, rissa generale mentre Buffon tentava di calmare tutti. A questo punto dalla tribuna Nord qualcuno(non gli ultras, piazzati da altra parte) si è sporto toccando il capitano avversario.

Certo la situazione non è degenerata, ma in uno stadio senza barriere difficilmente la cosa non di ripeterà. Gigi Buffon, intanto ha cercato di minimizzare l'accaduto: "Un ceffone non ha mai ucciso nessuno ma si­curamente non è stata una cosa educativa. Ci vuole tempo per educare la gente. Per fortuna non è successo niente di gra­ve" si legge sul 'Corriere dello Sport'.

Goal, 22 settembre
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