
Otto tifosi del Bari, tutti presunti appartenenti alla frangia più calda del tifo biancorosso, quella degli Ultras, sono stati rinviati a giudizio per gli incidenti scoppiati al termine del derby del 17 maggio 2008 (leggi). Il processo si aprirà il prossimo 24 gennaio dinanzi al giudice della seconda sezione monocratica. Lo ha deciso il gup del Tribunale di Lecce Nicola Lariccia.
In quel famigerato derby di maggio, disputato quando le squadre militavano entrambe nella serie cadetta (la partita si concluse con la vittoria del Bari per 2 a 1), alcuni supporters biancorossi si resero protagonisti di incidenti e devastazioni, oltre che di un’invasione di campo. Il “Via del mare” si trasformò in una sorta di campo di battaglia, in un clima di guerriglia urbana. Alcune bombe carta furono lanciate nei pressi del lembo più estremo della Tribuna Est (alcune schegge ferirono lievemente una donna), oltre che dietro la porta difesa da Rosati. Incidenti si verificarono anche all'esterno dello stadio. Una pietra, sfondò il parabrezza di un’auto della polizia ed un'agente donna rimase lievemente ferita al volto dal cristallo letteralmente esploso, con una prognosi di tre giorni. Dopo quella gara il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, disse: “E’ evidente che quello che è successo sabato a Lecce impedirà ai tifosi baresi di compiere trasferte nel capoluogo salentino per un bel po' di tempo”.
Nove persone (la posizione di uno degli indagati è stata poi stralciata) furono denunciate per danneggiamento aggravato dei servizi igienici collocati all’interno della Curva sud, per aver invaso il terreno di gioco nel corso della manifestazione sportiva e per accensione e lancio di materiale pericoloso. Dopo l’identificazione dei responsabili seguì l’arresto da parte degli agenti della Digos. Gli otto imputati rispondono comunque solo di alcune delle presunte violenze compiute in occasione di quel derby. Gli imputati sono difesi dall'avvocato Mario De Lorenzis, del foro di Lecce, e dagli avvocati Luca Maggio e Gaetano Di Fronzo del foro di Bari.
Lecce Prima, 4 ottobre
In quel famigerato derby di maggio, disputato quando le squadre militavano entrambe nella serie cadetta (la partita si concluse con la vittoria del Bari per 2 a 1), alcuni supporters biancorossi si resero protagonisti di incidenti e devastazioni, oltre che di un’invasione di campo. Il “Via del mare” si trasformò in una sorta di campo di battaglia, in un clima di guerriglia urbana. Alcune bombe carta furono lanciate nei pressi del lembo più estremo della Tribuna Est (alcune schegge ferirono lievemente una donna), oltre che dietro la porta difesa da Rosati. Incidenti si verificarono anche all'esterno dello stadio. Una pietra, sfondò il parabrezza di un’auto della polizia ed un'agente donna rimase lievemente ferita al volto dal cristallo letteralmente esploso, con una prognosi di tre giorni. Dopo quella gara il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, disse: “E’ evidente che quello che è successo sabato a Lecce impedirà ai tifosi baresi di compiere trasferte nel capoluogo salentino per un bel po' di tempo”.
Nove persone (la posizione di uno degli indagati è stata poi stralciata) furono denunciate per danneggiamento aggravato dei servizi igienici collocati all’interno della Curva sud, per aver invaso il terreno di gioco nel corso della manifestazione sportiva e per accensione e lancio di materiale pericoloso. Dopo l’identificazione dei responsabili seguì l’arresto da parte degli agenti della Digos. Gli otto imputati rispondono comunque solo di alcune delle presunte violenze compiute in occasione di quel derby. Gli imputati sono difesi dall'avvocato Mario De Lorenzis, del foro di Lecce, e dagli avvocati Luca Maggio e Gaetano Di Fronzo del foro di Bari.
Lecce Prima, 4 ottobre
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