Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
Il clima pre-derby, in casa rosanero, si fa incandescente. Oggi pomeriggio la squadra è stata contestata durante e dopo l’allenamento da un gruppo di circa cento ultras, che hanno chiesto «sangue e sudore» in vista del derby di domenica a Catania. In casa dei rossazzurri il Palermo perde da quattro stagioni consecutive e i tifosi più caldi della curva non sembrano intenzionati ad accettare un nuovo flop nella partita più attesa dell’anno.

Nel corso delle esercitazioni tattiche e della partitella pomeridiana (disputata allo stadio Barbera, a porte aperte), i tifosi hanno fatto sentire la propria voce, chiedendo ai ragazzi di Devis Mangia di onorare la maglia e un’inversione di tendenza per il derby esterno, un vero tabù nella storia recente rosanero. I cori (accompagnati da fumogeni) non si sono arrestati alla fine della seduta, quando i calciatori sono rientrati negli spogliatoi. Prima c’è stata una breve chiacchierata tra il capitano Fabrizio Miccoli e i rappresentanti degli ultras che, non soddisfatti, hanno ottenuto di parlare con una rappresentanza della formazione.

Il faccia a faccia è durato una ventina di minuti, senza violenze di alcun tipo, ma con toni molto decisi. In prima fila, a cercare il dialogo con la gente, Migliaccio, Miccoli e Balzaretti, alle loro spalle l’allenatore Devis Mangia e il ds Luca Cattani, e altri giocatori, come Barreto, Lores Varela, Pinilla, Brichetto, Acquah, Bertolo, Cetto e Bacinovic. Il «rompete le righe» è arrivato solo dopo che i tifosi hanno ricevuto assicurazioni sull’impegno massimo che la squadra metterà nei novanta minuti di Catania. Se le cose dovessero andare storte è facile prevedere il bis della contestazione che l’anno scorso i rosa subirono al ritorno dal Massimino, dopo la sconfitta per 4-0.

Il Corriere della Sera, 15 dicembre

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