Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
Carabinieri e polizia hanno arrestato un tifoso del Padova, E.F., di 30 anni, per resistenza a pubblico ufficiale e in base alla legge sugli stadi in seguito agli scontri avvenuti ieri al Barbetti di Gubbio in occasione della partita di serie B tra la formazione locale e quella Veneta. Il giovane è stato bloccato dai militari della compagnia eugubina e da personale della digos della questura di Perugia.
A gara appena iniziata personale in servizio di ordine pubblico notava la presenza di una ventina di sostenitori del Padova all'interno del settore denominato ''Gradinata'' dello stadio insieme a quelli locale. Secondo la ricostruzione dei carabinieri il tifo animato dei sostenitori veneti scatenava rabbiose reazioni da parte degli eugubini che, ripetutamente, richiedevano l'intervento degli steward.
I tifosi veneti, alla richiesta avanzata dai responsabili delle forze dell'ordine di spostarsi nel settore riservato agli ospiti, rispondevano che lo avrebbero fatto solo se alcuni di loro sprovvisti di biglietto e tessera del tifoso (una decina) rimasti al di fuori dell'impianto, avessero potuto assistere alla gara ricevendo però una risposta negativa.
Poco prima la conclusione del primo tempo, dopo che il Gubbio calcio aveva segnato il gol (quello poi rivelatosi della vittoria), alcuni tifosi delle due squadra venivano a contatto fisico, creando momenti di parapiglia. Ne è nato uno scontro - sempre in base alla ricostruzione dei carabinieri - tra alcuni tifosi eugubini e padovani, che veniva sedato dall'intervento delle forze dell'ordine.
Personale dell'Arma e della polizia di Stato riusciva comunque a isolare e arrestare uno dei tifosi, un trentenne risultato già sottoposto al daspo nel 2006, accusato di avere partecipato agli scontri. I tifosi veneti coinvolti negli scontri sono stati tutti identificati e proposti per il divieto di assistere alle manifestazioni sportive. Sono in corso indagini per identificare i tifosi eugubini che hanno preso parte ai tafferugli.

Il Mattino di Padova, 11 dicembre
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