
Bengala, spranghe di ferro strappate da delle impalcature di un cantiere, rifiuti e bastoni. La violenza esercitata nei confronti degli agenti ieri sera, nel dopo partita Lugano-Zurigo, riporta alla ribalta la problematica del tifo violento in Svizzera. Episodi questi che preoccupano la polizia, che deve riuscire a gestire situazioni che spesso, e facilmente, degenerano in vera e propria guerriglia. Il tifo organizzato in Svizzera, così come in tutta Europa, ha assunto dimensioni importanti. La politica sta cercando di contenere il fenomeno, ma sembra ancora con scarsi risultati.
Le 52 persone fermate, tutti maschi, sono state identificate e poi rilasciate. La denuncia trasmessa al Ministero Pubblico è quella di reato di sommossa, violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari, danneggiamento e violazione della legge federale sugli esplosivi.
Agli agenti della polizia di Lugano sono giunti a dare una mano i poliziotti della cantonale, ma anche di Mendrisio, Locarno, Bellinzona e Ceresio Nord.
La polizia, inoltre, riferisce che già in occasione dell'afflusso, la tifoseria zurighese, al suo arrivo, si era distinta per un corteo non autorizzato, durante il quale aveva utilizzato anche dei pezzi pirotecnici. La polizia della città rammenta pure che, anche in occasione del primo incontro stagionale del 9 settembre di quest'anno contro lo ZSC Lions, si erano verificati analoghi episodi di violenza da parte di tifosi zurighesi nei confronti degli agenti.
Alla luce di questi fatti la polizia cittadina, in un comunicato invita a una "seria riflessione sulla concreta necessità, in particolare per il club ospitante nell'ambito delle proprie responsabilità di organizzatore dell'evento e meglio nel quadro dell'esercizio della libertà di domicilio, di rifiutare di principio l'accesso (e pertanto la vendita di biglietti) ai gruppi di tifoserie organizzate notoriamente violente e problematiche, cioé per evitare che sia data l'opportunità a queste di giungere sul luogo dello svolgimento dell'evento per altri scopi".
La reazione della politica - Anche dal mondo politico giungono le prime reazioni ai fatti violenti che hanno contraddistinto il weekend hockeystico ticinese. In un'interrogazione al Consiglio di Stato Massimiliano Robbiani chiede se il governo non ritenga opportuno di fare svolgere a porte chiuse gli incontri a rischio. Inoltre, nella sua lista di quesiti, il deputato della Lega chiede quale sia il grado di responsabilità delle società in ambito sicurezza e quanti sono stati gli episodi di violenza nei confronti della polizia, quanti gli agenti feriti e quanto l'ammontare dei costi per mantenere l'ordine pubblico.
Ticino On Line, 5 dicembre
Le 52 persone fermate, tutti maschi, sono state identificate e poi rilasciate. La denuncia trasmessa al Ministero Pubblico è quella di reato di sommossa, violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari, danneggiamento e violazione della legge federale sugli esplosivi.
Agli agenti della polizia di Lugano sono giunti a dare una mano i poliziotti della cantonale, ma anche di Mendrisio, Locarno, Bellinzona e Ceresio Nord.
La polizia, inoltre, riferisce che già in occasione dell'afflusso, la tifoseria zurighese, al suo arrivo, si era distinta per un corteo non autorizzato, durante il quale aveva utilizzato anche dei pezzi pirotecnici. La polizia della città rammenta pure che, anche in occasione del primo incontro stagionale del 9 settembre di quest'anno contro lo ZSC Lions, si erano verificati analoghi episodi di violenza da parte di tifosi zurighesi nei confronti degli agenti.
Alla luce di questi fatti la polizia cittadina, in un comunicato invita a una "seria riflessione sulla concreta necessità, in particolare per il club ospitante nell'ambito delle proprie responsabilità di organizzatore dell'evento e meglio nel quadro dell'esercizio della libertà di domicilio, di rifiutare di principio l'accesso (e pertanto la vendita di biglietti) ai gruppi di tifoserie organizzate notoriamente violente e problematiche, cioé per evitare che sia data l'opportunità a queste di giungere sul luogo dello svolgimento dell'evento per altri scopi".
La reazione della politica - Anche dal mondo politico giungono le prime reazioni ai fatti violenti che hanno contraddistinto il weekend hockeystico ticinese. In un'interrogazione al Consiglio di Stato Massimiliano Robbiani chiede se il governo non ritenga opportuno di fare svolgere a porte chiuse gli incontri a rischio. Inoltre, nella sua lista di quesiti, il deputato della Lega chiede quale sia il grado di responsabilità delle società in ambito sicurezza e quanti sono stati gli episodi di violenza nei confronti della polizia, quanti gli agenti feriti e quanto l'ammontare dei costi per mantenere l'ordine pubblico.
Ticino On Line, 5 dicembre
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