Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
Non solo il calcio. C'è anche l'hockey su ghiaccio a far lavorare quelli del Casms, l'osservatorio sulle manifestazioni sportive del ministero dell'Interno, che tra fine dicembre e inizio gennaio ha vietato ai tifosi dell'hockey Milano Rossoblu di andare in trasferta in Alto Adige. Le partite off limits sono tre: una è già stata giocata il giorno di Santo Stefano a Caldaro. Le altre sono contro Bozen (30 dicembre) ed Egna (6 gennaio). Motivo di tutto, l'irruzione di una trentina di ultrà milanesi nello spogliatoio dell'Egna al termine del match dello scorso 18 dicembre all'Agorà di Milano, perso 3-2 dai padroni di casa ai tiri di rigore. Innervositi da un gesto di scherno del portiere avversario Rizzi, gli hooligan del ghiaccio si sono serviti dei bastoni da gioco per rompere i vetri e malmenare giocatori e dirigenti altoatesini. L'accompagnatore Thomas Lazzeri e l'allenatore Rob Wilson, quelli che hanno subito le conseguenze più pesanti, oggi hanno presentato denuncia penale alla Questura di Bolzano. Sull'accaduto sta indagando anche la procura della Federghiaccio che deve fare però i conti con il cattivo operato degli arbitri i quali non si sono accorti di nulla (nel referto non c'è una parola sulla violenza). In attesa delle decisioni del giudice sportivo, il presidente dell'Egna, Ivo Visintin, chiede l'esclusione dal campionato dell'Hockey Milano: "Mi spiace che per pochi idioti debbano pagare tutti ma non vedo alternative". La società rossoblu "nell'esprimere e rinnovare pubblicamente la propria solidarietà all'Hockey Club Egna", in un comunicato ufficiale, ha ribadito "di non aver nulla a che fare sotto alcun profilo con coloro ai quali questi fatti sarebbero imputati". La vicenda è molto strana e la sensazione è che per capirla manchino ancora dei passaggi. Nel frattempo, stasera Milano Rossoblu gioca la sua ultima partita casalinga dell'anno. Dentro il palazzetto, un migliaio di persone. Fuori 300 poliziotti.

GQ, 28 dicembre
Etichette:
Visit the Site
Athletic Daspo (A.D.) 2009, athleticdaspo@gmail.com; Tutto il materiale inserito è liberamente distribuibile se non modificato e se gentilmente citata la fonte.