Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
“No alla tessera del tifoso", è questo uno slogan che accomuna molti ultrà,
da Roma a Firenze passando per Genova. I tifosi temono questa tessera che dal
prossimo anno sarà praticamente obbligatoria per chi vorrà andare in trasferta.
Non vogliono farla: hanno paura di essere schedati (ma facendo l'abbonamento,
di fatto già lo sono: diciamo la verità...) e , soprattutto, non accettano che
chi ha avuto precedenti da stadio, ed è stato condannato al Daspo negli ultimi
cinque anni, non possa fare la tessera del tifoso. Sostengono che così uno
verrebbe bollato a vita, o quasi. Io credo che quando uno ha scontato una pena,
e il Daspo lo è, penalizzante in molti casi, dopo torni "pulito": perché fargli
pesare il passato? Ha commesso un errore? Ha pagato, deve ricominciare da capo.
Chiaro che se sgarra di nuovo, non ha diritto ad attenuanti. Ma cerchiamo, nei
limiti del possibile, di venire incontro a questi ragazzi, molti di loro
cercano il dialogo (che nessuno, o quasi, concede). Rivediamo magari la norma.
Coinvolgiamo i tifosi in questo progetto. Sinora solo due club hanno la tessera
del tifoso, l'Inter e il Milan. Gli altri si stanno muovendo a fatica, anzi
molti non si stanno muovendo affatto e i tempi in vista del prossimo campionato
(serie A dal 23 agosto, la B dal giorno prima) sono ristretti. Il Milan l'ha
fatta per primo, e per questo merita un elogio: nella fretta ha distribuito
migliaia di "tessere del tifoso" senza controllo, alcune poi sono state anche
revocate. Quelle attuali pare non siano a norma. Mancano del microchip e di
altri elementi indispensabili: che fare, tenerle lo stesso per buone? Rifarle
tutte? Bisogna che prima o poi al Viminale si decidano: i diktat del ministro
Maroni servono a poco (tanto i club se ne infischiano). Ci vuole anche
un'applicazione pratica. Continuano intanto i test di Empoli, voluti dal
questore Francesco Tagliente: niente polizia allo stadio, solo steward. Gli
agenti stanno sempre nelle vicinanze, pronti ad intervenire se è il caso. E'
stato fatto anche in una gara a rischio, i playoff con il Brescia (e 1000
tifosi in arrivo dalla Lombardia, tifosi di diverse estrazioni politiche): è
andato tutto liscio, solo a fine gara un po' di tensione fra le due tifoserie.
La polizia, che era nascosta vicino allo stadio, è subito intervenuta. Tensioni
anche a Livorno: il questore, Nicola Zito, crede anche lui negli stadi senza
polizia e ha tentato un esperimento (riuscito) in occasione della gara col
l'Albinoleffe. Ma giovedì a Livorno si gioca una partita ad altissimo rischio,
il ritorno dei playoff col Grosseto. All'andata ci sono stati incidenti causati
da ultrà amaranto (tre arresti, speriamo che per un po' non mettano più piede
in uno stadio) e si temono contestazioni della tifoseria locale nei confronti
della loro squadra. Massima attenzione, quindi, e polizia ben schierata: ma i
test, speriamo, possano continuare in futuro. Questa è la strada: chi non lo
capisce, ha sempre a disposizione la tv.
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