Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale

Genova - Come vi abbiamo già raccontato martedì in occasione del posticipo che ha visto impegnata la Sampdoria ad Empoli, alcuni sostenitori della Sampdoria sono stati costretti a rimanere all’esterno pur essendo in possesso del regolare biglietto, seppur sprovvisti della tessera del tifoso. Pubblichiamo di seguito il comunicato del gruppo della Sud Fieri Fossato, corredato da una foto del biglietto che trovate qui sopra.

“Intendiamo rendere noto a tutti l’ennesimo sopruso che abbiamo dovuto subire in occasione della partita Empoli Sampdoria del 12 settembre scorso. Posto che nell’era di internet il difetto di comunicazione appariva fin troppo evidente; incuriositi dal fatto che nessun sito ufficiale parlava apertamente di divieto della vendita dei biglietti ai tifosi non tesserati e addirittura il sito dell’Empoli calcio e quello di ticket one, richiedevano espressamente la tessera del tifoso solo per i settori ospiti e “poltrone”, senza menzionare in alcun modo la presenza di restrizioni per gli altri settori, decidiamo di chiamare le ricevitorie ufficiali per chiedere informazioni. Tutti e vogliamo sottolineare tutti, ci dicono che, al di fuori dei settori sopra citati, i biglietti risultano in libera vendita e che, addirittura, al momento dell’emissione, non vengono richiesti dal programma i dati relativi alla tessera del tifoso. Rinfrancati da queste notizie e consci di essere perfettamente in diritto di acquistare i tagliandi, sabato 10 raggiungiamo Empoli e con i nostri dati anagrafici e di residenza, senza alcun sotterfugio, acquistiamo i biglietti per il settore tribuna inferiore al costo di 26 Euro. Il giorno della partita raggiungiamo Empoli e ci avviamo verso il nostro settore, dove ci aspetta un’amara sorpresa. Al momento del prefiltraggio veniamo informati del fatto che, essendo residenti in Liguria, non possiamo entrare, pur in possesso di titolo di accesso allo stadio valido e ottenuto a seguito di regolare presentazione dei nostri dati anagrafici. Proviamo a spiegare civilmente che non esiste alcun motivo ostativo al nostro ingresso e che al momento dell’emissione dei biglietti non ci è stata segnalata alcuna irregolarità. Alcune persone di noi, non residenti in Liguria, decidono di provare ad entrare e anche qui vengono fatte storie dai responsabili posti all’ingresso. Constatata l’evidenza del loro pieno diritto ad accedere allo stadio, viene dato il via libera all’ingresso dei non residenti in Liguria, tuttavia viene posta una condizione assai irrituale: insomma possono entrare ma dovranno essere condotti nel settore ospiti. Ma come? Uno paga un biglietto 26 Euro per andare in tribuna e può essere condotto forzatamente in un settore che costa 11,50? Quale colpa può essere attribuita ad un gruppo di tifosi che decidono con diritto di assistere in trasferta la propria squadra in un settore diverso da quello riservato agli ospiti? Forse il fatto di aver raggiunto lo stadio insieme ai tifosi non tesserati e residenti in Liguria ha giocato contro di loro e li ha condotti ad essere accomunati al triste destino di ingiustizie e abusi al quale da tempo siamo abituati. Di fronte a questa ulteriore dimostrazione dell’annullamento delle regole democratiche e di civile convivenza all’interno degli stadi e del mondo del calcio, anche i non residenti in Liguria decidono di stare fuori insieme a noi. Raggiungiamo un punto dello stadio dal quale, tra gli spalti riusciamo a scorgere un pezzo di campo e come la nostra natura ci impone iniziamo a cantare, andando avanti fino al novantesimo e vivendo come sempre la passione a modo nostro. La stupidità dell’odierno agire delle autorità negli stadi è amplificata proprio da questo fatto; da un lato si licenzia una tessera che, a quanto ci dicono i suoi creatori, dovrebbe far tornare le famiglie allo stadio eliminando quegli “orchi” degli ultras dagli stadi e dall’altro si vieta loro l’ingresso e li si lascia girare indisturbati intorno allo stadio. Se qualcuno non se ne fosse accorto, questa è la palese riprova che la sicurezza negli stadi non è certo il primo pensiero della T.D.T, anzi, è una questione neppure lontanamente considerata. Siamo stufi di continuare a giocare questo gioco al massacro e di vedere come le regole vengano manipolate con il solo scopo di danneggiare chi dissente e non si piega alle mille imposizioni del programma di fidelizzazione(T.D.T.). Il protocollo d’intesa siglato quest’estate prevedeva che, in presenza di un piano di sicurezza adeguato predisposto dalle squadre e negli stadi dove fosse stato realizzabile un settore specifico per i non tesserati, sarebbe stato possibile derogare ai divieti. Ad oggi nessuna questura ha accettato i piani di sicurezza presentati. I fatti sono due: o le società sono così negligenti da non essere in grado di predisporre un piano di sicurezza adeguato oppure le autorità preposte non hanno nessuna volontà di attenersi a questa parte del protocollo. Ovviamente propendiamo per la seconda ipotesi, senza tuttavia tralasciare la connivenza delle società che probabilmente non hanno la volontà di tutelare i diritti di chi non si è adeguato alla tessera del tifoso.
Tirate voi le somme di quanto accaduto, noi…..CONTINUIAMO A LOTTARE!!!

Città di Genova, 15 settembre
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