Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
Una domenica retrò quella di Andrea Marinelli. In Curva Nord con “vecchi amici, gente per bene e tifosi appassionati dell’Ancona”. da lì, nel settore solitamente più caldo dello stadio ha potuto “vedere la partita da un’angolazione diversa rispetto alla tribuna” e “dare solidarietà al nostro pubblico”.


Presidente qual è il motivo per cui ha deciso di accettare l’invito della Curva Nord e guardare la partita con gli ultras?
“Voglio bene alla nostra meravigliosa città e volevo stare vicino ai ragazzi della Nord, esprimendo così la mia solidarietà per i fatti di Rimini. Il nostro è un pubblico civile, educato che merita fiducia e rispetto da parte delle forze dell’ordine. Che a loro volta devono essere rispettate dai nostri tifosi”.


Prima della partita in trecento hanno svolto un corteo pacifico.
“Tutto è filato liscio come previsto e come ero convinto succedesse. L’unica nota negativa è l’esagerato dispiegamento di forze dell’ordine che avrebbero potuto creare qualche tensione di troppo. Mi auguro che il clima di tensione venga alleggerito presto”.


Dagli spalti al campo. L’Ancona vince di misura, è seconda, a meno uno dal Teramo e al quarto successo di fila. Ma ancora, come sostiene Favo, senza brillantezza.
“Devo dire che rivisto qualche trama di gioco interessante. Ci è mancato forse il raddoppio con cui poter giocare con maggiore serenità e spregiudicatezza. Abbiamo costruito tantissime occasioni da gol, ma ne abbiamo anche sprecate molte. E poi due giovani che mi sono piaciuti parecchio: Nardone e Gramacci. Con loro il reparto Under è ancora più forte”.


Gramacci è un altro anconetano che segna un gol con la maglia della propria città.
“Nelle nostre giovanili ci sono tanti ragazzini che sognano di indossare prima o poi la casacca biancorossa. La storia di Gramacci spero sia da esempio e stimolo per loro, ma anche per i rispettivi genitori”.


La classifica torna a sorridere.
“E’ importantissimo rimanere attaccati al vertice fin dall’inizio. Ancora di più lo è in una stagione come l’attuale in cui non sono previsti playoff. Ecco perché prima o poi sogno di conquistare anche il primo posto. Non sarà semplice adesso andare in trasferta senza i nostri tifosi, ma quello che chiedo alla squadra è di guardare negli occhi i nostri sostenitori e trarre la giusta carica per andare in ogni campo da leoni e imporre il nostro gioco, vincendo quante più partite possibili”.

Il Resto del Carlino, 18 ottobre
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