Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
Quattro ceffoni metaforici (nel senso di gol) al San Francesco di Nocera Inferiore, pugni concreti ai giocatori al rientro in aeroporto a Genova, con un dente rotto per Rispoli e contusioni per Laczko, a contorno del lancio di uova, arance e pomodori. Questo il povero e amaro presente della Sampdoria che, patita la prima sconfitta esterna senza aver mai convinto in casa, scivola sempre più lontana dalla testa della classifica. Sembrava impossibile, appena un anno fa, vedere i blucerchiati in serie B. E infatti non ci sono: da qualche tempo, al loro posto, gioca quella che Castori, tecnico dell'Ascoli, definì due settimane fa «una squadra di morti, la peggiore che abbia mai visto» senza essere deferito. Forse perché non aveva troppo peccato di astrattezza.

Alla fine della mortificante gara di Nocera, la pagina più brutta in 65 anni di storia blucerchiata, il ds Sensibile aveva escluso l'esonero immediato di Atzori, senza però dissipare in maniera convincente le ombre corrispondenti – da non poco tempo - ai nomi di Iachini, Donadoni e Beretta, con Del Neri fuori gioco per via dell'ingaggio tuttora percepito dalla Juventus. Ieri però, dopo che in mattinata (nell'hotel sede abituale dei ritiri) una delegazione di giocatori aveva incontrato Sensibile per ribadire la solidarietà assoluta ad Atzori, assicurando che nello spogliatoio nessuno rema contro l'allenatore, la società ha cambiato rotta. In un comunicato ufficiale, premessa la dura condanna verso i teppisti autori dell'agguato all'aeroporto, si concede un'inedita «fiducia condizionata» sia all'allenatore che ai giocatori. «La Sampdoria, profondamente delusa per la prestazione offerta con la Nocerina, data la delicatezza e l'incombenza della partita con il Crotone, conferma – recita la nota – la fiducia a tecnico e squadra, fiducia condizionata a un immediato cambio di marcia in termini di risultati e prestazioni».

Tutto dipende dalla partita casalinga di domani con il Crotone. La Sampdoria finora a Marassi ha vinto soltanto con il Gubbio il 4 settembre e pareggiato con Padova, Grosseto, Sassuolo e Cittadella, perdendo con il Torino quello che il 30 settembre scorso sembrava uno scontro diretto per la promozione. Se i blucerchiati non batteranno i calabresi, il cambio in corsa sarà inevitabile. Sarebbe il secondo della presidenza Garrone e il primo, Cavasin per Di Carlo nello scorso marzo, non fu felicissimo.

Ben altre conseguenze potrebbe produrre la revoca della fiducia alla squadra, visto che da qui al mercato di gennaio mancano ancora otto partite: un traguardo al quale la Sampdoria potrebbe arrivare in una posizione ben diversa da quella che in estate ci si aspettava. Ma la B è sempre più brutta di come la dipingi. Specie se la affronti col naso all'insù.

La Stampa, 31 ottobre
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