Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
Le gomme bucate alle auto dei tifosi interisti in via Spino mercoledì sera forse erano solo la prima parte dell'agguato. Lo sospetta la Digos, che qualche ora dopo il raid teppistico ha bloccato tre ultrà atalantini armati di spranghe mentre si aggiravano nella zona in scooter.

Secondo gli investigatori, i tre contavano di trovare ancora i supporters avversari appiedati. Ciascuna delle 7 vetture colpite aveva infatti più di un pneumatico forato e dunque gli occupanti avrebbero dovuto attendere parecchio a quell'ora - era quasi la mezzanotte di mercoledì - prima di reperire un gommista.

Le supposizioni degli inquirenti restano però tali: non essendo provato il nesso fra i due episodi, gli ultrà della Nord sono stati denunciati solo per il possesso ingiustificato di oggetti atti a offendere. Si tratta di un ventitreenne lecchese, reduce da Daspo; di un trentaseienne della città, denunciato pure per guida in stato di ebbrezza (lo scooter è stato sequestrato, essendo il tasso alcolico superiore all'1,5 grammi di alcol per litro di sangue); e del ventottenne di Urgnano già condannato per l'aggressione a tre tifosi moldavi dell'Inter che la sera del 22 maggio 2010 festeggiavano nel centro di Bergamo la conquista della Champions. Per i tre potrebbe profilarsi il Daspo.

Il raid contro le vetture durante la partita. La sorpresa dopo le 23, quando hanno i tifosi interisti hanno potuto lasciare il settore ospiti e sono stati riaccompagnati in via Spino. Il grosso della tifoseria è ripartito sulle proprie auto, gli appiediati hanno rischiato invece di rimanere isolati. Annusato il pericolo, hanno così deciso di avvertire le forze dell'ordine.

L'Eco di Bergamo, 28 ottobre
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