Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
Alta tensione tra gli ultras della Curva Nord e il quotidiano L’Eco di Bergamo. Dopo l’aggressione al giornalista Stefano Serpellini avvenuta venerdì mattina fuori dal tribunale, ieri nei dintorni dello stadio è stato esposto un volantino al vetriolo prima della gara con il Catania.
Ai tifosi non è andato giù che le 29 dosi di cocaina che hanno portato all’arresto di un quarantaduenne, avvenuto mercoledì, siano state attribuite dal giornale alla festa di Natale organizzata al Covo dagli ultras atalantini.
Venerdì mattina il giornalista de L’Eco è stato aggredito da tre persone oltre a C.G. nei pressi del Tribunale di Bergamo. Stando alla ricostruzione pubblicata dal quotidiano stesso, l’aggressione è terminata con una testata che ha causato una ferita al naso ed una prognosi di 5 giorni al giornalista.
A questa è seguito un volantino molto polemico in cui i tifosi accusano i mass media locali, in particolare quelli del gruppo Seesab, di voler rovinare la festa di Natale, di voler destabilizzare la tifoseria e di aver messo il silenziatore alle iniziative benefiche come quelle dell’Aquila Rugby, della raccolta dei fondi per la Liguria e dello striscione per Yara, organizzate dai tifosi stessi.
In serata il sito ufficiale dell’Atalanta ha pubblicato un comunicato a firma Antonio Percassi sulla vicenda che ha coinvolto Serpellini.
“L’Atalanta, in merito allo spiacevole episodio che ha visto coinvolto il giornalista Stefano Serpellini, esprime tutta la propria solidarieta’ nei confronti del cronista e del quotidiano L’Eco di Bergamo. La Società, al di là dell’episodio di cui sopra, sottolinea anche l’esemplare comportamento tenuto dall’intera tifoseria bergamasca all’interno dello stadio sia durante lo scorso campionato cadetto che nell’attuale massima categoria”.

Eco di Bergamo, 12 dicembre
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