Vorrei sentire la tua voce gridare, tentare, sbagliare…

“Era un ragazzo di così buona famiglia”, si sente dire con sottofondo di campane a morto. A volte anche dalla famiglie migliori vengono fuori individui legati indissolubilmente a un’idea, per la quale sono pronti a gridare, tentare e sbagliare a prescindere. Le famiglie migliori, anzi, sono proprio quelle che pompano nel cuore della nostra società, svuotata e rassegnata, i loro figli cresciuti così. In ogni ambito, i gendarmi del quieto vivere allungano sempre più i tentacoli della repressione. La curva Maratona conta ormai decine di diffidati per motivi (motivi?) incomprensibili, al di là di ogni logica e giustizia: ce n’è per chi ha cercato di afferrare la maglietta di un giocatore a fine partita, per chi ha acceso una torcia lontanissimo dallo stadio, per chi si è attardato a fare quattro chiacchere tra i tornelli e gli ingressi, per chi è stato “visto” in una zona dove non avrebbe dovuto essere (tanto, 50 metri più in qua o più in là significano solo due anni di firma ogni domenica). Il continuo inasprimento delle leggi sulla violenza nel calcio ha appiattito ogni differenza tra ultras e semplice tifoso. L’Athletic Daspo granata è formato da ultras che orgogliosamente rivendicano le loro azioni e le loro turbolenze, ma anche da una notevole quantità di tifosi che – da un giorno all’altro – si è trovata sbattuta in un labirinto di denunce, interrogatori, avvocati, aule di tribunale. La fede comune di tutte queste persone è il Toro; la famiglia comune di tutte queste persone è la Maratona.
…Non sopporto più di vederti morire ogni giorno, innocuo e banale
Il tribunale del riesame di Firenze ha revocato gli arresti domiciliari che erano stati inflitti a due giovani tifosi della Fiorentina dopo l'arresto in occasione della partita Fiorentina-Roma del 4 dicembre scorso quando vennero accusati di aver tentato di rapinare uno striscione giallorosso e di aver causato lesioni a un tifoso romanista, che ne era avvolto, mentre si recava allo stadio Franchi col padre e un amico.
Il riesame ha accolto le tesi dei difensori, avvocati Luca Cianferoni e Vieri Becocci, dei due tifosi volte a dimostrare che, durante il tafferuglio, «al massimo - espongono i legali - si poteva configurare un tentativo di distruggere lo striscione e non certo di rapinarlo; pertanto i due, incensurati, sono stati rimessi in libertà».
Prima della partita il tifoso giallorosso venne aggredito nei pressi dello stadio Franchi da tre ultras viola che lo individuarono proprio grazie allo stendardo e che lo avvicinarono anche colpendolo a calci e pugni. Il padre e un amico intervennero per difenderlo e ne nacque un piccolo scontro che si concluse con l'arrivo della polizia, che bloccò due tifosi viola, mentre il terzo riuscì a fuggire

ANSA, 17 dicembre
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